PORTO MANTOVANO
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PRESENTAZIONE
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TERRITORIO
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PARTNER
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PORTO MANTOVANO
Collocato nella prima periferia a nord – ovest della città, Porto Mantovano condensa la sua storia nel nome, nelle acque che lo lambiscono e lo attraversano, nella variegata tipologia delle corti rurali, in alcune ville post rinascimentali ed in “un mazzetto di toponimi”. Il nome risale al “Borgo” (oggi denominato Cittadella) situato sulla riva sinistra del Mincio in corrispondenza della seconda cerchia delle mura antiche. Il governo della Mantova Comunale lo considerò parte integrante della città, congiungendolo ad essa per mezzo di un mastodontico argine rivestito di mura ed edificato a mulini (Ponte dei Mulini). Il Manufatto, che venne distrutto dai bombardamenti della guerra 1940 – 1945, era frutto dell’ingegno di Alberto Pitentino e faceva parte di quell’insieme di opere idrauliche che circondavano Mantova.
Dal punto di vista della popolazione le prime testimonianze di popolamento del territorio di Porto Mantovano risalgono al neolitico, un’epoca a partire dalla quale venne introdotta la prima e rudimentale forma di economia agricola basata sulla coltivazione delle piante e l’allevamento di specie animali addomesticate. Tale processo si avviò in tutta l’Italia settentrionale circa 6500 anni fa, periodo in cui comparvero i primi villaggi neolitici.
Alcuni siti archeologici presenti nel comune testimoniano la tendenza all’insediamento lungo i percorsi fluviali che avevano finito per favorire l’attecchimento del sistema agricolo. Con l’avvento dei Gonzaga il borgo di Porto divenne sempre più efficiente e capace di servire la città anche come difesa in quanto fu dotato di muraglie e bastioni. Inoltre, in base ad un documento custodito nell’allora archivio dei Gonzaga e oggi conservato nell’Archivio di Stato di Mantova, si evince come a quell’epoca Porto fosse diviso in tre “Collonelli” (frazioni): Soave, Favorita e Schiarino ai quali erano aggregate le principali corti circostanti. Nel 1617 questi insediamenti facevano registrare circa 1450 abitanti ai quali si aggiungevano altre 632 anime di “Borgo di Porto”, oggi Cittadella.
I confini di Porto, se si esclude l’annessione di Cittadella al Comune di Mantova, sono rimasti pressoché invariati negli ultimi 400 anni. Caduta la dinastia dei Gonzaga, Maria Teresa d’Austria provvide a rimettere in sesto sia la fortezza di Porto, sia il sistema di irrigazione a canali generati dalla Fossa di Pozzolo; ordinò la stesura di un primo catasto che fotografasse con precisione anche la situazione agricola, idrografica ed edilizia; concesse la frammentazione dei beni gonzagheschi in fondi minori e lasciò cadere nel nulla il progetto curato da Paolo Pozzo di trasformare la Favorita in ospedale.