EMERGENZA MALTEMPO IN VENETO

Articolo pubblicato il giorno: 15 Novembre 2019


++ AGGIORNAMENTO 20/11/2019 ++

Il Centro funzionale decentrato della Protezione Civile del Veneto, sulla base del bollettino di vigilanza regionale, e tenuto conto che nelle ultime 24 ore sono state registrate precipitazioni moderate, ma non sono state segnalate situazioni di criticità, ha emesso un aggiornamento dell’avviso di criticità idrogeologica ed idraulica.

Per la giornata del 20 novembre, viene decretata:

  • moderata criticità per rischio idraulico (allerta arancione) per i bacini Po, Fissero-Tartaro-Canalbianco e Basso Adige (Verona-Rovigo);
  • ordinaria criticità per rischio idraulico (allerta gialla) per Livenza, Lemene e Tagliamento, Alto Brenta-Bacchiglione-Alpone, Basso Brenta-Bacchiglione e Fratta Gorzone;
  • ordinaria criticità per rischio idrogeologico (allerta gialla) per Piave pedemontano, Livenza, Lemene e Tagliamento, Alto Brenta-Bacchiglione-Alpone, Alto Piave, Adige-Garda e monti Lessini, Basso Piave, Sile e Bacino scolante in laguna, Basso Brenta-Bacchiglione e Fratta Gorzone

Per la giornata di giovedì 21 novembre, si decreta:

  • moderata criticità per rischio idraulico (allerta arancione) per Po, Fissero-Tartaro-Canalbianco e Basso Adige;
  • ordinaria criticità per rischio idraulico (allerta gialla) per Alto Brenta-Bacchiglione-Alpone, Livenza, Lemene e Tagliamento, Basso Brenta-Bacchiglione e Fratta Gorzone;
  • ordinaria criticità per rischio idrogeologico (allerta gialla) per Alto Brenta-Bacchiglione-Alpone, Livenza, Lemene e Tagliamento, Alto Piave, Basso Piave, Sile e Bacino scolante in laguna, Basso Brenta-Bacchiglione e Fratta Gorzone, Adige-Garda e monti Lessini, Piave pedemontano

 

++ AGGIORNAMENTO 20/11/2019 ++

Il Presidente della Regione Luca Zaia ha fatto il punto della situazione dopo l’ondata di maltempo che da una settimana sta imperversando sul Veneto, puntualizzando quali sono le situazioni più critiche. “Devastata la costa, le spiagge ed il litorale – ha spiegato il Presidente – numerose le frane e gli smottamenti che abbiamo registrato in montagna. Misurina è rimasta isolata a lungo, strade chiuse nell’agordino ed il lago di Alleghe è arrivato a 6 centimetri dall’esondazione. Situazione devastante nel Veneto orientale. A Bibione 100.000 metri cubi di spiaggia sono stati inghiottiti, distrutti i sottoservizi. Danni anche a Caorle ed Eraclea, a Jesolo oltre un km di lungomare, verso la Pineta, non esiste più. Poi c’è tutta la parte verso il Polesine. La spiaggia di barricata è sparita, mentre la Sacca degli Scardovari è devastata. Su 70 cavane, 50 sono state distrutte, anche quelle che erano state appena ricostruite dopo Vaia”.

In dieci giorni sono caduti dai 400 ai 700 mm di acqua – ha sottolineato Nicola Dell’Acqua, direttore dell’area tutela del territorio della Regione – si tratta della quantità che lo scorso anno si è registrata in 48 ore in occasione di Vaia. Il problema è rappresentato dall’ingrossamento dei fiumi in simultanea con l’alta marea che ha colpito pesantemente Venezia e le isole. Questo ha mandato in crisi la rete secondaria e provocato parecchi problemi in montagna, in particolare in alcuni cantieri di Vaia e nell’area nord-orientale”.

I danni sono ingenti ma è ancora difficile ipotizzare cifre – ha sottolineato – quello che ci preoccupa ora, oltre al ripristino delle spiagge, fondamentali dato che rappresentano il 50 per cento del fatturato turistico del Veneto, è il fronte frane. Dopo il 2010 abbiamo messo in atto il piano D’Alpaos con 3 miliardi di euro, ma le piene si ripetono. Per mettere in sicurezza il Piave servono bacini di laminazione. Serve che qualcuno decida a livello centrale: se il dissesto idrogeologico è una priorità, bisogna che il Governo investa adeguatamente”.

 

++ AGGIORNAMENTO 18/11/2019 ++

Oltre al dramma di Venezia altri territori del Veneto sono in condizioni disastrose, come le spiagge e varie aree montane, a cominciare da quelle già colpite dalla tempesta Vaia. Veneto Orientale e Montagna sono in grande sofferenza. Abbiamo il litorale distrutto e in montagna preoccupano i fiumi, il livello dei laghi, la situazione dei movimenti franosi e il rischio valanghe. Stiamo ancora attendendo anche il colmo di piena del Piave, che ora ha una portata notevole, attorno ai 1400 metri cubi al secondo, ma inferiore a quella dell’anno scorso”.

Questo il quadro fatto nel pomeriggio di domenica dal Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, che ha presieduto un vertice dell’Unità di Crisi della Protezione Civile Regionale, a Ponte di Piave, affiancato dall’Assessore alla Protezione Civile, Gianpaolo Bottacin e dal Direttore dell’Area Tutela Ambiente e Territorio della Regione, Nicola Dell’Acqua.

Intanto il Centro Funzionale Decentrato della Protezione Civile del Veneto ha emesso un nuovo avviso di criticità, valido fino alle 20.00 di lunedì 18 novembre, dichiarando lo Stato di Preallarme (Allerta Arancione) sui Bacini idrografici Alto Piave, Piave Pedemontano, Alto Brenta Bacchiglione Alpone, Basso Piave Sile Bacino Scolante in Laguna, Livenza Lemene Tagliamento. Lo Stato di Attenzione è stato dichiarato sul Bacino Basso Brenta Bacchiglione.

La Situazione allo stato attuale rispetto ai Comuni con maggiori criticità è la seguente:

SAN MICHE LE AL TAGLIAMENTO
20 case interessate da allagamenti in particolare nella zona di Villanova della Cartera e Malafesta. Strade allagate, in particolare la Jesolana.

PORTOGRUARO
Chiuso il COC. Si registra un allagamento di 70 cm su una via, senza abitazioni interessate. Si registrano problemi agli interrati di alcune abitazioni. L’emergenza sta rientrando

BORCA DI CADORE, ZOPPE’ DI CADORE E VALLADA interessati da movimenti franosi. 4 nuclei abitati evacuati a Borca, 2 a Zoppè e 2 a Vallada

ALLEGHE Il lago al momento è a 10 cm dalla capacità massima. Gli apporti sono in diminuzione e la situazione è stazionaria. I sindaci hanno preallertato la popolazione e i gruppi di volontari stanno monitorando e supportando la popolazione in attesa delle evoluzioni meteo.

 


Altra giornata di alta marea a Venezia: la punta massima è stata toccata oggi, venerdì 15 novembre, alle 11.26 quando l’acqua ha raggiugno quota di 154 cm alla Punta della Salute, poi ha iniziato a scendere leggermente, come rilevato dall’Ufficio Meteo del Comune. Allo stato attuale si stima che il 70% della città sia allagata. Chiusi Palazzo Ducale, la Basilica di San Marco e tutta l’area di Piazza San Marco, quest’ultima su ordinanza del Sindaco Luigi Brugnaro. Le scuole di Venzia, delle isole, del Lido e Pellestrina resteranno chiuse anche sabato 16 novembre.

Tante le manifestazioni di solidarietà nei confronti della città e dei suoi abitanti, proposte da privati cittadini e associazioni. Il Comune della Città Lagunare ha aperto un conto corrente per aiuti e donazioni:

Intestazione conto: Comune di Venezia – Emergenza acqua alta
Causale: contributo emergenza acqua
IBAN: IT 24 T 03069 02117 100000 018767
info : www.comune.venezia.it

Anche la città di Chioggia è stata duramente colpitta dal fenomeno dell’acqua alta: la marea nella giornata di venerdì 15 novembre ha toccato una punta di 146 centimetri alle 11.20. Il sindaco Ferro ha emesso un’ordinanza oggi che riguarda per chiudere le scuole del centro storico.

Il maltempo non ha risparmiato nemmeno la zona del Delta del Po, dove in particolare sono andati distrutti gli allevamenti di mitili, cuore dell’economia ittica locale. L’assessore regionale alla pesca Giuseppe Pan sta seguendo momento per momento quanto sta accadendo sulle coste polesane, a Pila, a Scardovari, al largo del delta del Po, e assicura che anche per questo settore sarà chiesto lo stato di calamità.



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