MONZAMBANO
[one_third]
PRESENTAZIONE
[/one_third]
[one_third]
TERRITORIO
[/one_third]
[one_third_last]
SPONSOR
[/one_third_last]
Affacciato sulla Valle del Mincio, Monzambano si erge in posizione rilevata e dunque strategica sulle Colline Moreniche del Basso Garda. Si ignora se sia di origine romana, come farebbe pensare il toponimo; di certo la zona era popolata in epoca romana come numerosi ritrovamenti archeologici confermerebbero. Sicuramente Monzambano esisteva in età medievale, essendo citato in un rescritto imperiale che risale al 967 d.C., quando Ottone I in uscita da Verona si dirige verso Monzambano per raggiungere Ravenna per via fluviale.
La prima costruzione del Castello va forse fatta risalire all’epoca della calata degli Ungari (fine IX-X secolo), ma sono gli Scaligeri a definirlo con la cinta muraria poligonale ancora ben conservata. Nel 1805 sotto Napoleone, sconfitta la Serenissima, Monzambano passò da Verona a Mantova ed ebbe notevole rilievo storico e politico nel Risorgimento, rientrando nell’area del Quadrilatero. Ospitò il drammatico colloquio del 10 luglio 1859 tra Vittorio Emanuele II e Camillo Benso Conte di Cavour, all’indomani del deludente armistizio di Villafranca. Fu teatro di decisive battaglie come quella vittoriosa del 1866 contro gli Austriaci.
Nel centro storico, dalla bella “piazzetta delle arti” un percorso a terrazza verdi si affaccia sulla valle e permette di ammirare il paesaggio disegnato dal Mincio che qui scorre parallelo al canale Virgilio. Questo e un altro bel camminamento in ciottoli costituisce il percorso turistico “Dal castello al fiume”.
Le strade tra le colline portano al borgo di Olfino, che fu degli Olivetani (coltivatori dell’olivo). I pendii sono oggi zona di produzione di pregiati vini Doc. I vigneti fanno da corona aCastellaro Lagusello, uno degli angoli più suggestivi del Mantovano, entrato nel club dei Borghi più belli d’Italia, circondato da una riserva naturale che è sito della rete europea Natura 2000. Un laghetto a forma di cuore, circondato da canneti, è l’icona della riserva naturale, scrigno di biodiversità di rilevante pregio. Qui si trova anche un sito archeologico Unesco.
(Fonte: http://www.terredelmincio.it/)