Articolo pubblicato il giorno: 22 Giugno 2023
Trovare le parole è la sfida della ventisettesima edizione di Festivaletteratura che si terrà a Mantova da mercoledì 6 a domenica 10 settembre.
Mettere insieme le parole, provare a ricucirne il senso, misurarne la “tenuta” e farne dialogo è lo sforzo che da sempre impegna Festivaletteratura e si esprime nel chiamare autrici e autori da tutto il mondo, nell’aprire sempre nuovi spazi di ascolto e di scambio, nel tentare operazioni di aggancio più o meno ardite tra linguaggi e narrazioni diverse per leggere – attraverso la letteratura – una realtà che parla e ci sembra non dire.
Il racconto dei subcontinenti
In una vasta proposta di narrativa che guarda a diversi contesti geografici, l’attenzione si rivolge soprattutto a scrittrici e scrittori del subcontinente indiano, capaci di raccontarne le molteplici e spesso tragiche contraddizioni, come lo srilankese Shehan Karunatilaka, vincitore del Man Booker Prize 2022, l’astro nascente del noir indiano
Deepti Kapoor o Pankaj Mishra, tra i più brillanti saggisti e giornalisti indiani dei nostri giorni.
In un momento in cui è fondamentale ritrovare nella letteratura una risposta alla brutalità cieca
della guerra, delle barriere e dei regimi autoritari, torna a Mantova il Premio Nobel per la letteratura Olga Tokarczuk; largo spazio viene dato alle memorie della diaspora balcanica e albanese, che trova voce nel dialogo tra la scrittrice croata Ivana Bodrožić e Lella Costa o nell’incontro tra Gazmend Kapllani ed Elvira Mujčić. Le molte, diverse Americhe vivono nelle parole di Ken Kalfus e David Sedaris, in quelle dell’attivista cilena Cynthia Rimsky, e nelle peregrinazioni tra Sud America ed Europa raccontate dal romanziere Miguel Bonnefoy. Il narratore di origini turche Hakan Günday, poi l’irlandese Audrey Magee che discute insieme a Marcello Fois. Sul racconto della catastrofe, imminente o prossima ventura, si sofferma la saggista e narratrice statunitense Elvia Wilk. Autrice tra le più amate dal grande pubblico, arriva quest’anno al Festival Valérie Perrin.
(auto)narrazioni
Tra romanzi, autobiografie e memoir, la letteratura più recente sembra sempre più segnata dall’affermazione dell’autofiction, ovvero di quelle forme di narrazione in cui l’autore si pone come protagonista, instaurando una particolare interrelazione tra verità e finzione, deformazione del ricordo e proiezione del sé. A parlarne al Festival sono Paolo Giordano e Walter Siti, Emanuele Trevi e Francesco Piccolo, Marco Drago in dialogo con Marta Cai, nonché numerosi degli ospiti stranieri presenti in una serie di incontri che, tra ricordi familiari, amori e ossessioni adolescenziali, osservazione del quotidiano, disillusioni dell’età adulta e straordinarie colonne sonore,
racconta l’insopprimibile tentativo di riappropriarsi della propria vita attraverso la parola.
Di romanzi che prendono a prestito atmosfere, frammenti, situazioni, singoli episodi delle biografie personali o familiari per dare sostanza e colore all’impasto narrativo offrono diversa testimonianza le presenze in dialogo di Francesca Capossele e Silvia Di Natale, di Olga Campofreda e Mavie Da Ponte, e –sconfinando nei territori del fumetto – di Piersandro Pallavicini e Sualzo, di Vincenzo Latronico e Manuele Fior.
Calvino in gioco
Nel centenario della nascita di Italo Calvino non potevano mancare appuntamenti dedicati a uno dei più grandi scrittori del Novecento. Da Se una notte d’inverno un viaggiatore – il romanzo di Calvino che più di ogni altro gioca con i meccanismi della creazione narrativa e l‘esperienza della lettura – nasce Ludmilla, l’escape room ideata e sviluppata dal collettivo di game designer We Are Muësli e aperta al pubblico già dal weekend antecedente a quello d’inizio ufficiale del Festival. Un’attigua “sala di atterraggio” – realizzata in collaborazione con il Laboratorio Calvino, la Fondazione Alberto e Arnoldo Mondadori e altri archivi e istituzioni culturali – dopo l’esperienza di gioco consente di (ri)avvicinarsi all’autore grazie a una selezione di libri, documenti, recensioni, interviste video. Non mancano incontri con scrittori e studiosi come Greta Gribaudo, Marco Belpoliti, Silvio Perrella, Francesca Rubini e Domenico Scarpa per proporre alcune chiavi di lettura
per ripercorrere i romanzi, i racconti e gli scritti critici di Calvino.
L’odissea romantica
Con gli eventi di l’odissea romantica, il Festival racconta l’identità intellettuale di nomi ormai scolpiti
nella storia della letteratura e della filosofia – Goethe, Schiller, Hölderlin, Fichte, Schelling, Novalis, Schlegel – partendo dalla pubblicazione del carteggio integrale tra Johann Wolfgang Goethe e Friedrich Schiller curato dai germanisti Maurizio Pirro e Luca Zenobi, ospiti di un incontro; per proseguire lungo un itinerario che riporta alla luce la straordinaria vitalità di una poetica dalle molte anime attraverso la performance sonora per voce, laptop e dischi curata dalla cantante e musicista NicoNote tra le quinte del Teatro Bibiena, e il suggestivo itinerario serale nei giardini di Palazzo d’Arco con lo scrittore Alberto Rollo e l’attore Giovanni Franzoni.
Percorsi poetici
Ospite di punta è la poetessa di origine somala Warsan Shire, tra le voci più originali dei black british poets, che racconta di esilio e terre perdute, mentre gli altri incontri previsti in programma si interrogano sul rapporto tra creazione e studio, sulla produzione poetica italiana degli ultimi cinquant’anni, su quelle zone dell’immaginario poetico che confinano con la favola, il folklore, il soprannaturale. E se con il progetto Ekphrasis si fanno gareggiare la forza descrittiva della parola e quella dell’immagine pittorica, poeti di pagina e di palco si affrontano in Page vs Stage
in una sfida all’ultimo verso. Non mancano appuntamenti dedicati ai più piccoli, tra cui i workshop di Junior Poetry Mag, prima rivista di poesia per ragazzi.
In dialogo con la letteratura
Anche in questa edizione, accanto all’ampio focus dedicato a Calvino, al romanticismo tedesco e alle scrittrici italiane del Novecento, sono numerosi gli incontri che leggono e rileggono storie di scrittura tra pièce memorabili e trame
ingiustamente cadute nell’oblio, con una particolare attenzione alla letteratura tra Otto e Novecento.
Il teatro è uno dei luoghi privilegiati di questa esplorazione, dallo spettacolo di Roberto Abbiati dedicato a Franz Kafka al monologo Erodias che rivela il talento drammaturgico di Giovanni Testori, fino alla grand soirée con Luca Scarlini e i lettori della Compagnia della lettura incentrata sul Dizionario infernale di Jacques Albin Simon Collin de Plancy.
Con l’apporto degli allievi della Scuola per attori del Teatro Stabile di Torino, prosegue la riscoperta di Atti unici del ‘900 italiano, dedicati quest’anno a Ettore Petrolini, Natalia Ginzburg, Giorgio Manganelli, Carlo Emilio Gadda, Ida Omboni e Paolo Poli.
Il dialogo sui libri, la critica letteraria e la prassi della scrittura è il leitmotiv di tre cicli di appuntamenti che dopo il successo delle passate edizioni tornano al Festival: la serie delle collane, organizzate in collaborazione con la Rete Bibliotecaria Mantovana, in cui autori ospiti vengono invitati a individuare parentele sorprendenti tra cinque o più titoli delle Biblioteche Baratta e Teresiana; la parte dei critici, serrata ricognizione di Vincenzo Latronico sullo stato di salute della critica letteraria; e gli incontri sul fuoco sacro della scrittura a cura di Christian Mascheroni ed Elsa Riccadonna. Di vite tra i libri parleranno autori come Domenico Starnone, Teresa Cremisi e Francesco Permunian, mentre le vite e le opere di tre protagonisti indiscussi della letteratura mondiale – Fëdor Dostoevskij, Thomas Mann e Anna Achmatova – saranno oggetto degli interventi di Julia Kristeva, Colm Tóibín, Paolo Nori. Alla collezione di libri viennesi per bambini dell’architetto e designer Otto Prutscher è dedicato l’incontro con James Bradburne.
Francesco Piccolo e il regista Mario Martone ci guidano alla (ri)scoperta della fitta rete di vicende pubbliche e private da cui nacquero 8 1/2 di Federico Fellini e Il Gattopardo di Luchino Visconti, mentre Giacomo Poretti conversa sulle sue interminabili avventure tra i libri insieme a Bruno Gambarotta.
Strade gialle
Negli appuntamenti sul giallo dell’edizione 2023, il Festival dedica una particolare attenzione al rapporto quasi congenito tra questo genere e i media. In questo contesto, tra i tanti incontri, non potevano mancare due giganti del racconto mediatico delle pagine più buie e controverse della cronaca nera del nostro Paese: Carlo Lucarelli, voce e volto per oltre un decennio, del programma di culto Blu Notte, e il giornalista Stefano Nazzi, che con il popolarissimo podcast Indagini ha raccontato delitti entrati a pieno titolo nell’immaginario collettivo. Sul fronte internazionale spiccano gli incontri con la giovane autrice indiana Deepti Kapoor e con un giallista di razza come
l’inglese Anthony Horowitz; mentre un amichevole duetto a tinte noir è quello offerto da Giancarlo De Cataldo e Alessandro Robecchi. Sul popolarissimo filone del giallo a fumetti si confrontano invece Luca Crovi e il disegnatore Daniele Bigliardo, mentre Donato Carrisi propone un’inedita lezione sulla paura.
Nei corpi/sui corpi
Quest’anno il Festival si addentra nei territori di confine tra la vita e la morte, chiamando in causa – insieme alla narrativa – la filosofia, la religione, la scienza e la psicologia. Tre incontri legati al progetto del Festival Staccando l’ombra da terra – inaugurato lo scorso febbraio con un corso di lettura e scrittura e un ciclo di film dedicati al fine vita – vedono protagonisti lo psichiatra Paolo Milone, la poetessa Elia Malagò, la pastora della Chiesa Valdese di Mantova Ilenya Goss e la monaca buddhista Anna Maria Iten Shinnyo Marradi, la scrittrice Cristina Rivera Garza, che, come Antje Rávik Strubel, affronta il tema dalla prospettiva della violenza di genere. Al dolore, alla vecchiaia, alle fragilità dei corpi danno voce le presenze di Daniele Mencarelli, Michela Murgia, Lidia Ravera e Antonella Viola, così come l’incontro pensato in memoria di Ada D’Adamo. Filippo Timi reinterpreta sul palco il mito novecentesco di Marilyn Monroe; corpi percepiti come fuori dalla norma – per
colore e misura – sono quelli raccontati da Anna Maria Gehnyei e Giulia Muscatelli; mentre la britannica Polly Barton propone una riflessione a più voci intorno al porno.
Il posto delle donne
In continuità con l’edizione del 2022 che aveva reso omaggio alla figura di Maria Bellonci, quest’anno il Festival con Olga Campofreda e Francesca Massarenti entra nelle stanze di alcune eccezionali autrici del Novecento italiano da poco oggetto di nuove attenzioni editoriali: Alba de Céspedes (1911-1997), Dolores Prato (1892-1983), la romanziera napoletana Fabrizia Ramondino (1936-2008) e la geniale e cosmopolita Fausta Cialente (1898-1994).
Se un’attenzione particolare viene dedicata quest’anno al pensiero e all’opera di Carla Lonzi, con l’economista Azzurra Rinaldi, la sociologa Francesca Coin, la sociolinguista Vera Gheno, la scrittrice Melania G. Mazzucco, la filosofa Annarosa Buttarelli e la grecista Giulia Sissa si conversa di canoni segnati dal predominio maschile, dei limiti di pensiero entro cui la condizione femminile è rimasta troppo a lungo ingabbiata e privata di dignità, e dell’influenza della disparità di genere sul benessere economico.
Spazio sociale
Molti i temi trattati: dal fenomeno delle grandi dimissioni raccontato dalla sociologa Francesca Coin al significato di inclusione e di discriminazione di genere in ambito economico con Fabrizio Acanfora e l’economista Azzurra Rinaldi, dal complesso tema dell’inflazione raccontato da Stefano Feltri fino al necessario discorso sulle carceri affrontato dal sociologo Luigi Manconi insieme a Zerocalcare. E ancora turistificazione, dematerializzazione dell’economia, crisi demografica, politiche abitative, futuro delle aree interne insieme a Sarah Gainsforth e la incessante fuga dei cervelli con Maria Castellito e la blogger Michela Grasso alias @Spaghettipolitics. Il filo rosso della pace tiene uniti il dialogo tra Tonio Dell’Olio e Guido Rampoldi, la
testimonianza e i laboratori della Scuola di Pace di Montesole, l’azione di Michelangelo Pistoletto al Tempio di San Sebastiano; mentre una più larga riflessione sul significato di “credere” nel nostro tempo mette a confronto lo stesso Pistoletto con Matteo Zuppi.
Giornalismo narrativo
Decimo compleanno per Meglio di un romanzo, il progetto di Festivaletteratura che dal 2014 – sotto la guida di Christian Elia – invita autori tra i 18 e i 30 anni a sostenere progetti inediti di reportage narrativi di fronte a scrittori, giornalisti e addetti ai lavori in presenza del pubblico del Festival. Tra gli incontri pensati quest’anno per festeggiare Meglio di un romanzo, oltre alle tradizionali sessioni di pitching e alla presentazione dell’ultimo reportage vincitore, vanno ricordati la conversazione con due maestri internazionali del reportage narrativo come Cynthia Rimsky e Witold Szablowski, e un podcast speciale con molti protagonisti delle passate edizioni.
Passato (e trapassato) prossimo
Tra storie personali, cronache e documenti pubblici si discute di Anni Ottanta, guardando alla nascita di esperimenti espressivi ancora modernissimi come la rivista di culto Frigidaire con Vincenzo Sparagna, al dilagare della tossicodipendenza con Giulia Scomazzon e Vanessa Roghi, e alla tragica parabola discendente del
terrorismo con Carole Beebe Tarantelli e Alessandro Portelli; ma si parla anche dei primi
vent’anni di questo XXI secolo, dalle Torri Gemelle ai meme, con Alessandro Barbero, Mattia
Salvia e Ivan Carozzi, o si retrocede sulla linea del tempo per tornare al disastro del Vajont con Mauro Corona, alle conseguenze delle leggi razziali italiane nell’incontro intorno all’archivio EGELI, ai fasti dell’antico Ghetto di Mantova con Paolo Bernardini e Stefano Scansani. Un peso particolare, per il legame con il territorio mantovano, assume l’omaggio del Festival nel centenario della nascita a Gianni Bosio, straordinaria figura di scrittore, militante politico, animatore culturale, studioso della cultura popolare e della tradizione orale.
Migrazioni naturali
Incontro della poetessa inglese con lo scienziato Telmo Pievani, uno degli appuntamenti previsti al Festival sul tema delle migrazioni. Sulla complessità della condizione di migrante e della necessità di cambiare prospettiva nella valutazione del fenomeno, intervengono la scienziata inglese Gaia Vince, che affronta il tema delle migrazioni climatiche, così come Fabrizio Gatti e Maurizio Pagliassotti, testimoni dei muri letterali o metaforici innalzati dall’Europa e dalle singole comunità.
Intelligenze
Tra gli eventi dedicati alla necessaria riflessione sul tema delle intelligenze umane, post-umane e non umane, vanno segnalati quelli con il neuroscienziato Gerd Gigerenzer, con l’esperto di IA Nello Cristianini e con lo scrittore e artista James Bridle. Sulla necessità di coltivare un atteggiamento consapevole nei confronti della tecnologia si
soffermano Chiara Valerio, Carlo Milani e il CIRCE (Centro Internazionale di Ricerca per le Convivialità Elettriche), attraverso laboratori e lezioni rivolti a adulti e ragazzi. Nell’intersezione tra tecnologia e geopolitica si incontrano Alessandro Aresu e Simone Pieranni per parlare della guerra dei microprocessori tra Cina e Stati Uniti. All’intelligenza del mondo e delle sue leggi fondamentali sono dedicati gli interventi di Paolo Zellini (sul teorema di Pitagora) e di Guido Tonelli (sulla materia).
Consapevolezza verde
Anche quest’anno il Festival si occupa di emergenza climatica e di quella transizione energetica non più rimandabile se si vuole contenere il riscaldamento globale. Questa sezione del programma comprende una serie di lavagne – le lezioni a cielo aperto di Piazza Mantegna – dedicate alle sfide tecnologiche della decarbonizzazione in cui Gianluca Ruggieri, Gianni Silvestrini, Nicola Armaroli, Gianfranco Pacchioni e Ferdinando Cotugno insegnano al pubblico a orientarsi tra fondamenti scientifici, potenzialità e limiti delle possibili soluzioni. Spazio anche al nucleare con un dibattito Oxford Style con quattro relatori, due pro e due contro, ma anche a temi più ampi come biodiversità, acqua, paesaggio, mobilità sostenibile, giustizia climatica altrettanto fondamentali per la sfida ambientale contemporanea, di cui discutono tra gli altri i fotografi Jean-Marc Caimi e Valentina Piccinni, lo scrittore Daniele Rielli, il nivologo Michele Freppaz, il giornalista Federico Ferrazza, l’esperto di storia del paesaggio Mauro Agnoletti e Giorgio Vacchiano. Tra gli ospiti anche la giovane divulgatrice e attivista Sofia Pasotto che conduce Altra marea, una serie di interviste ad autori e autrici sul tema della giustizia climatica.
Pensieri in esercizio
Il Festival entra nella Scuola Pomponazzo e la trasforma in uno spazio per incontri altamente interattivi in cui il pensiero diventa protagonista. Adulti e ragazzi si misurano con l’uso della tecnologia, le idee di comunità,
l’educazione attraverso le piante nei workshop con Beate Weyland, Irene Fabbri, Michela Marton, Lorenzo Chicchi e il collettivo CIRCE e la Scuola di Pace di Montesole, o partecipano a lezioni “orizzontali” su temi come violenza di genere, confini e responsabilità sociale della scienza e tenute, tra gli altri, da Vera Gheno, Elvira Mujčić, Gianfranco Pacchioni e Telmo Pievani. Accanto agli incontri, il Museo delle Cose Possibili, a cura di Monica Guerra, Lola Ottolini, Lula Ferrari e l’Associazione May, cerca di creare con i contributi
del pubblico del Festival una collezione di idee potenziali, risorse da condividere, memorie da mettere a frutto per il futuro che ci attende.
Adolescenti al festival
Intorno a tre questioni per loro particolarmente sensibili – scuole, generi e cittadinanze – lettrici
e lettori under 20 intendono ingaggiare al Festival tre words match con Alfredo Palomba e Domenico Starnone (scuole), Randa Ghazy e Manuela Manera (generi), Gazmend Kapllani e Annamaria Gehnyei (cittadinanze) a partire da romanzi, poesie, graphic novel, film, canzoni che si richiamano a quei temi.
Accanto agli incontri con Kevin Brooks e Annet Schaap, stelle della letteratura internazionale under 20, una piccola sezione intergenerazionale si sofferma su graphic novel e dintorni, presentando come protagonisti Leo Ortolani, Teresa Radice, Stefano Turconi e Marco Magnone.
Passports – il percorso su identità migranti e nuovi italiani nato dal progetto europeo Read On –
quest’anno assume la forma di un laboratorio condotto da Grace Fainelli e Manuela Manera.
A Piazza Alberti riapre Area 6, centrale operativa delle iniziative rivolte agli adolescenti. Qui i giovani lettori possono trovare una biblioteca temporanea con i libri delle bibliografie di words match e quelli segnalati attraverso Read More – l’attività di libera lettura promossa nelle scuole secondarie da Festivaletteratura, arrivata alla sua sesta edizione – nonché alcune occasioni per conoscere coraggiose e inusuali esperienze di lettura con e tra i ragazzi svolte in tutta Italia. Tornano al Festival anche gli appuntamenti di blurandevù, le interviste ad autrici e autori realizzate dai giovani volontari, assistiti quest’anno da Espérance Hakuzwimana.
Bambini in movimento
Bambine e bambini invadono anche quest’anno la Casa del Mantegna che si prepara ad accogliere autori e artisti provenienti da tutto il mondo e lettrici e lettori under 12 allestendo nel giardino una tenda per gli incontri, una libreria e un’area ristoro e al primo piano uno spazio per laboratori, performance e animazioni. Il programma per i bambini quest’anno è tutto incentrato sull’ampliamento dei propri orizzonti, comprendendo percorsi tra arte e scienza alla scoperta delle stelle, attraverso le stanze di Palazzo d’Arco e Palazzo Ducale e l’Osservatorio Astronomico di Gorgo di San Benedetto Po, incontri dedicati ad avventure in terre esotiche e misteriose con Laura Ogna, Marco Paci e Anselmo Roveda o tra le mappe della Biblioteca Teresiana, e ancora storie di paura con Manlio Castagna e percorsi alla scoperta della Natura in città con Gianumberto Accinelli.
Tra arte e letteratura
Nel corso degli anni il Festival ha continuamente esplorato i territori delle arti figurative, della fotografia, del design, e anche quest’anno sono molti gli appuntamenti portano l’Arte non solo come tema ma come voce in campo:
Colonne sonore
Per tre sere in Piazza Alberti la rassegna Volume porta tre DJ – Giulia Cavaliere, Ninette e Vittorio Gervasi aka Jazz Hunters – alla console per mettere le musiche che risuonano tra le pagine di certi romanzi. Tornano anche le lavagne musicali in Piazza Mantegna con Marco Drago, Giulia Cavaliere e Dario Falcini. Il Teatro Bibiena torna a essere spazio di dialogo tra musica e letteratura. La musica sarà presente in altri luoghi e contesti del Festival, come nell’incontro di Inedita energia, che vedrà la partecipazione quest’anno di diversi personaggi legati al mondo musicale, con l’immancabile Neri Marcorè a dirigere il traffico.
Pagine dello sport (e della cucina)
Lo sport, grande fucina di narrazioni dei nostri tempi, torna sul palco del Festival grazie a Federico Buffa, che incontra uno dei quattro uomini più veloci d’Italia, il campione olimpico Filippo Tortu; mentre Tiziana Scalabrin intervisterà Sara Gama, capitana della nazionale italiana di calcio. Una serie di appuntamenti realizzati con la redazione del magazine online Ultimo Uomo torna su appassionanti vicende sportive del passato.
Passando dai campi da gioco alle cucine, Luca Cesari si destreggia tra pizza e maccheroni, Giuseppe Barbera traccia una storia culturale, botanica ed economica degli agrumi, mentre Corrado Assenza ragiona insieme a Marco Malvaldi su cucina, territori e comunità planetaria.
QUI il programma completo
(Foto di repertorio)
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