Articolo pubblicato il giorno: 10 Febbraio 2020
Modena piange una protagonista indiscussa della lirica, che con le sue interpretazioni ha fatto la storia di questo genere nel corso di oltre cinquant’anni di carriera. Mirella Freni, se n’è andata. Era cittadina del mondo, a suo agio nei maggiori teatri, dal Metropolitan di New York al Covent Garden di Londra, dall’Opéra di Parigi al Bolshoi di Mosca, ma, come amava ripetere, era soprattutto una ‘modenese’. Il suo cuore e la sua casa sono sempre rimasti nella sua città, dove tornava con affetto per vivere con semplicità fra i suoi affetti. Sorella ‘di latte’ di Luciano Pavarotti, al quale restò legata sempre da un affetto indissolubile, è stata prima moglie di Leone Magiera e in seconde nozze di Nicolai Ghiaurov, due artisti stimati nel mondo. Nell’ultimo periodo della sua attività musicale si è impegnata con dedizione e successo all’insegnamento, formando allievi che hanno calcato i più importanti teatri. La sua presenza ha contribuito in maniera sostanziale a fare di Modena un punto di riferimento imprescindibile per l’opera e la sua tradizione.
Nata a Modena il 27 febbraio 1935, dopo una breve ma indicativa esperienza come enfant prodige della musica lirica e cinque anni di studi severi sotto la guida dei maestri Luigi Bertazzoni ed Ettore Campogalliani, Mirella Freni, diciannovenne, debutta al Teatro Comunale di Modena in Carmen di Georges Bizet (Micaela), il 3 febbraio 1955. La parabola ascendente della Freni comincia, dunque, con l’interpretazione di ruoli di soprano lirico nella tipologia di genere sentimentale, o patetico-giocoso, nelle Nozze di Figaro e nel Don Giovanni di Mozart, nell’Elisir d’amore e nella Figlia del reggimento di Donizetti, nell’Amico Fritz di Mascagni, fino a Falstaff. In mezzo, le creature femminili del teatro di Puccini, Gounod, Massenet, che hanno fatto della Freni l’interprete ideale dei personaggi di Manon, Juliette, Marguerite, quanto al repertorio francese; di Mimì, Liù, Suzel, Madama Butterfly nelle opere della Giovane Scuola Italiana, particolarmente di Puccini. In primis la Bohème, che, firmata da Karajan e Zeffirelli alla Scala, consacrerà la Freni come la maggiore interprete di Mimì nella seconda metà del Novecento.
Una galleria di personaggi che, nei primi dodici anni della carriera, si completa con i Puritani di Bellini di cui, più avanti, canterà nel ruolo in titolo di Beatrice di Tenda e nella breve parentesi della Traviata data alla Scala, nei teatri dell’Emilia, a Londra, e filmata a Berlino.
Entrata alla Scala a ventisei anni vi interpreta la Nannetta del Falstaff. È l’inizio della sua intensa presenza sulla scena del celebre teatro milanese, presso il quale si contano di lei ben otto inaugurazioni e titoli di straordinaria rilevanza eseguiti, nelle parti primarie, dal 1962 alle soglie del terzo millennio: Falstaff, Serse, Carmen, L’elisir d’amore, La bohème, Faust, Turandot, Don Giovanni, Le nozze di Figaro, L’amico Fritz, La traviata, Manon (di Massenet), La figlia del reggimento, Otello, Simon Boccanegra, Don Carlo, Ernani, Evgenij Onegin, Adriana Lecouvreur, La dama di picche, Fedora. Alla Freni dei primi anni succede poi la seconda fase di un percorso che si apre al Festival di Salisburgo con la Desdemona dell’Otello verdiano (1970), diretto da Herbert von Karajan. È il passaggio dai ruoli della prima maniera (in parte mantenuti nel proprio repertorio) ai personaggi di altra statura nella dimensione vocale, nelle inflessioni espressive, nelle valenze drammatiche. Ed ecco Simon Boccanegra, Don Carlo, Ernani, Aida, Manon di Puccini, Adriana Lecouvreur, preannuncio della terza fase, quella delle opere russe. La trilogia di Ciaikovskij: Evgenij Onegin (1984), La dama di picche (1990), La pulzella d’Orléans (2002). Con essa due opere di Umberto Giordano: Fedora (Teatro alla Scala 1994), Madame Sans-Gêne (Teatro Bellini di Catania 1997).
Grande anche la discografia cui si aggiungono opere mai eseguite in teatro: Mireille di Gounod, Don Pasquale, Guglielmo Tell, Alcina di Händel, I Pagliacci, La forza del destino, Tosca e Il Trittico di Puccini, con Madama Butterfly interpretata in un film-opera.
Di seguito la dichiarazione del Presidente della Fondazione di Modena Paolo Cavicchioli
“È con immenso dolore che apprendo la notizia della scomparsa di Mirella Freni. Artista straordinaria, donna di grandissima umanità, lascia un vuoto incolmabile nei nostri cuori, nella sua amata Modena e nel mondo del belcanto, di cui è stata protagonista assoluta. A lei ci legano non solo i ricordi delle sue magistrali interpretazioni nei teatri più prestigiosi ma anche l’infaticabile attività di formazione alla quale si è dedicata fino alla fine con grandissima generosità. Il suo nome ha attirato a Modena giovani cantanti da tutto il mondo. A loro ha trasmesso la sua arte, la sua passione, il suo entusiasmo. Di questo gliene saremo per sempre grati. Alla sua famiglia e alla direzione del Teatro Comunale, dove è iniziata la straordinaria carriera di Mirella Freni, desidero esprimere il più profondo cordoglio, mio personale e degli organi della Fondazione di Modena. Conserveremo di lei la bellezza della voce e il sorriso di una persona cara”.
“Con Mirella Freni se ne va una delle più grandi soprano che abbia mai calcato i palcoscenici della lirica mondiale. Una voce indimenticabile e una persona straordinaria. Una perdita per l’intero panorama culturale italiano e per l’Emilia-Romagna e per Modena, la sua città, in cui era nato lo straordinario legame artistico con l’altra grande voce di queste terre, l’indimenticato Luciano Pavarotti”. È così che Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna, ricorda Mirella Freni.
Il cordoglio dell’Istituto Vecchi-Tonelli: la dichiarazione congiunta della Presidente Pieri e del direttore Bergamini: “La sua grande arte ha attraversato il Novecento. E’ stata un’artista di raffinata interpretazione scenica, un grande esempio per le giovani generazioni”. “Apprendiamo con grande dolore la notizia della scomparsa di Mirella Freni. E’ una perdita inestimabile per Modena, per il belcanto, per tutto il mondo della musica. La sua grande arte ha attraversato il Novecento e i grandi palcoscenici della lirica. La sua voce è un miracolo di natura e di tecnica. E’ stata un’artista di raffinata interpretazione scenica, un grande esempio per le giovani generazioni. Non ha mai abbandonato lo studio costante indicando a fondamento la grande disciplina che il canto operistico pretende. Alla sua famiglia desideriamo esprimere il più profondo cordoglio nostro personale, dei Docenti e degli allievi dell’Istituto Vecchi- Tonelli”.
Il saluto di Aldo Sisillo, direttore del Teatro Comunale di Modena: “Mirella Freni aveva un legame fortissimo con il Teatro Comunale, il suo teatro. Raccontava di essere praticamente nata in questo luogo, sotto il segno dell’opera, poco dopo la sera in cui sua madre aveva ascoltato la Carmen di Bizet, il titolo nel quale debuttò poi giovanissima, sempre qui, il 3 febbraio 1955. Cinquant’anni più tardi, salì sullo stesso palcoscenico festeggiando una tappa quasi unica nella carriera di un cantante lirico. Mezzo secolo durante il quale ci ha regalato momenti e interpretazioni indimenticabili, sempre accolta dall’abbraccio di un pubblico che la adorava, ricambiato. Non si poteva che restare stupiti nel vedere come un talento così fenomenale e una fama così grande non avessero intaccato la fiera semplicità di un’artista, cittadina del mondo, che si è sempre dichiarata, innanzitutto, una modenese. La sua ultima opera al Comunale fu una memorabile Madame Sans-Gêne, interpretata generosamente in occasione del grande restauro del Teatro. Abbiamo avuto la fortuna, e l’onore, negli ultimi anni della sua attività, di poterla riavere in Teatro come docente nei corsi di alto perfezionamento. Di vederla trasmettere ai suoi allievi, con la stessa passione e intransigenza che aveva rivolto a sé stessa, l’arte che l’ha resa immortale.”
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